domenica 7 ottobre 2012

Pago il conto ergo sum!

Lungi da me a interstardirmi con la critica alle guide!

Banalmente peró, vi confesso che l'ultimo post a commento della guida ai vini dell'Espresso ha fatto fare un balzo in avanti al mio blog, con 283 visite uniche in un solo giorno allo stesso post.

Tutta colpa dell'Ansa e le classiche/concordate fughe di notizie sui ristoranti top, in anteprima di qualche ora, rispetto alla presentazione di oggi alle 11,30 a Roma alla Città del Gusto.

Premetto che l'unico ristorante che non ho visitato negli ultimi tre anni è il Oasis Sapori Antichi a Vallesaccarda, e per questo mi ritengo molto fortunato e grato al mio lavoro di Copywriter che contrariamente a quanto si pensa consente una buona libertà e un discreto reddito.

Sono certo che ultimamente la finanza tiene sotto controllo questi grandi ristoranti, che non fanno certamente "nero" , ma consentono a turisti e non di spendere cifre importanti.

Tanto per capirci, un semplice bancomat con massimale di spesa di 500 euro potrebbe non bastare per pagare il conto di due persone.
Menù degustazione e una bottiglia di vino, l'acqua (mediamente cara e spesso omologata a Panna&SanPellegrino per ovvi motivi di ranking mondiale) e il caffè (mediamente ottimo ma caro).

Spesso tocca a me pagare, per il piacere di cenare in compagni di una bella signora, diciamo il 70 % dei casi, nel restante amici o clienti hanno il bel pensiero di offrirmi una cena in questi magnifici ristoranti.

Sono sicuramente meno critico che sulla Guida ai Vini, non perchè è il Gambero Rosso, ma per l'assoluto livello della ristorazione italiana gourmet.

Rimangono certo i miei dubbi.

Sono sconcertato dal fatto che Milano, Firenze, Torino non sono in classifica, segno che la provincia spesso paga e che le grandi città italiane non godono della qualità di Parigi, Londra, Barcellona, Berlino.

Infatti la notizia di quest'anno è che il Cobal Zero di Torino e il suo istrionico chef perde la terza forcetta, lasciando una importante città fuori dalla grande ristorazione. È il segno che tanto girovagare poi non premia, ospitate e show-cooking non consentono allo chef di rafforzare le posizioni.
Era stato così anche per Giancarlo Perbellini di Isola Rizza, cucina che adoro e continuo a frequentare.

Segno anche che situazioni come quella di Eataly non sempre funzionano come stimolatore ma spesso appiatoscono il consumatore su una cucina buona ma mediocre.

Aspettiamo qualche anno per vedere gli effetti su Roma ;-)

Rimango del partito di Uliassi che lo vorrebbe al pari e più in alto di Cedroni; concordo con il +1 al Pescatore fiore all'occhiello della ristorazione italiana.

Il giudizio sulla cucina deve pesare, ma occorre pensare all'amenità del luogo e la sontuosità del servizio come due criteri inequivocabilmente importanti.

Ecco spiegato il salto a +8 del ristorante bergamasco tri-stellato.

Certo gran parte di questi ristoranti non sono tra quelli dove preferisco andare a cenare, infatti molti di essi sono spesso mezzi vuoti, a testimoniare il fatto che è il conto che decide dove si va a cena non proprio una guida gastronomica.

Rimango invece convinto del fatto che non è il conto a stabilire l'importanza gastronomica della cucina (in questo gli spagnoli insegnano) e che se gli chef lo diminuissero, aumentando di qualche coperto, eviterebbero di essere rapiti dai catering, dalle comparsate televisive, dai libri, dall'esposizione mediatica che non paga mai nel lungo periodo.
Non faccio nomi perchè il fallimento delle scelte di alcuni chef devo ancora digerirle.

Tornate ai vostri ristoranti, lavorate per riempirli, non per aumentare il brand, le consulenze, i matrimoni, i prodotti a marchio....e quante ne fate!

Allora dalla Spagna e dal Giappone e dalle nostre stesse pizzerie di successo, prendiamo spunto, moderate il conto!

Vi ritroverete come IYO di Milano con un ottimo premio, i favori della critica, 130 coperti a 100 euro e completo tutte le sere. La cucina? Credetemi tecnicamente davvero al pari di molte delle vostre!
Ora mettetemi pure nella black-list, io pago il conto, ergo sum!

Cari amici chef, se posso chiedervelo, accettate il consiglio, andateci: imparerete qualcosa.


Ecco la classifica:

95
Osteria Francescana a Modena (=)
La Pergola de l’Hotel Rome Cavalieri a Roma (+1)
Vissani a Baschi (Terni) (=)

94
Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli) (+1)
Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara) (+2)

93
Le Calandre a Rubano (Padova) (=)
Dal Pescatore Santini a Canneto sull’Oglio (Mantova) (+1)
Piazza Duomo ad Alba (Cuneo) (=)
Reale a Castel di Sangro (L’Aquila) (=)
La Torre del Saracino a Vico Equense (Napoli) (+1)

92
Laite a Sappada (Belluno) (=)
St. Hubertus de l’Hotel Rosa Alpina a San Cassiano(Bolzano) (+1)

91
Lorenzo a Forte dei Marmi (Lucca) (+1)
La Madia a Licata (Agrigento) (=)
La Madonnina del Pescatore a Senigallia (Ancona) (=)
Oasis Sapori Antichi a Vallesaccarda (Avellino) (-1)
Ilario Vinciguerra Restaurant a Gallarate (Varese) (+3)

90
Il Pellicano a Porto Ercole (Grosseto) (=)
Il Povero Diavolo a Torriana (Rimini) (+2)
Uliassi a Senigallia (Ancona) (=)
Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) (+8)


La Guida assegna inoltre nuovo premi speciali alle migliori pizzerie, contraddistinte da ‘Tre spicchi’, che secondo gli esperti del Gambero Rosso sono:
La Fucina a Roma
Antica Osteria Pepe a Caiazzo (Caserta)
Sforno a Roma
I Tigli a San Bonifacio (Verona).

Un solo ristorante etnico è stato premiato con i ‘Tre mappamondi’: Iyo a Milano.

Al top delle birrerie, Casa Baladin a Piozzo (Cuneo), premiata con i ‘Tre Boccali’.

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